articolo di Andrea Bernardini dal sito della diocesi di Pisa
Entrando a casa di Francesco Bortolini, la prima cosa che colpisce è la grande immagine di Toniolo, un rilievo in bronzo commissionato all’artista Carlo Bagliana, per ricordare ed essere grato a colui che 6 anni fa gli ha salvato la vita. Mario Bortolini (64 anni) ed Elvira Padoin (62 anni) si sposano nel 1971 ed hanno tre figli: Cinzia (quarantenne), Francesco (39 anni) e Andrea (ventenne). Cinzia, sposata da 15 anni con Andreolla Diotisalvi, è madre di Giorgia (13 anni) e di Serena (6 anni), entrambe alunne di una scuola cattolica a Pieve di Soligo; Francesco abita da solo a pochi metri dalla casa di famiglia; Andrea vive ancora in casa con papa e mamma. I tre figli gestiscono insieme la piccola azienda metalmeccanica ereditata dal padre, azienda dove Francesco ha iniziato a lavorare subito dopo gli studi professionali.
L’episodio che segnerà per sempre la sua vita accadde nella notte tra sabato 3 e domenica 4 giugno del 2006, a Barbisano, una frazione di Pieve di Soligo, durante la festa della birra. «Chissà per quale motivo – racconta a “Toscana Oggi” la madre Elvira – quella notte, Francesco decide di arrampicarsi ad una rete di recinzione. In cima ad uno dei pali svetta una bandiera: forse voleva prenderla, così per gioco. Purtroppo, però, perde l’equilibrio e cade a terra da un’altezza di circa quattro metri. La siepe sottostante attutisce il colpo, ma non sufficientemente da evitare che egli sbatta violentemente la testa. Francesco, soccorso immediatamente, viene portato all’ospedale Santa Maria dei battuti di Conegliano in terapia intensiva, posto in coma farmacologico e dichiarato irrecuperabile».
La situazione si aggrava di giorno in giorno e la vita di Francesco è sempre più appesa ad un filo, così il parroco, don Giuseppe Nadal, propone di iniziare una novena al venerabile Toniolo e consegna un’immaginetta con una reliquia – un filo della coperta di Toniolo – che mercoledì 7 giugno viene appoggiata alla spalliera del letto del ragazzo. Domenica 11 giugno, quando tutta la comunità di Pieve è invitata a pregare in modo particolare per il venerabile Toniolo, Francesco comincia a risvegliarsi e, dopo poco tempo, viene dimesso dall’ospedale in buone condizioni. Per il personale medico, per la famiglia e per gli amici non può che trattarsi di un fatto prodigioso. Francesco, commosso, riconosce l’intervento di una mano celeste che lo ha salvato, rafforzando la sua fede e la sua pratica religiosa. Conosciuto l’accaduto, Mons. Massimo Magagnin, vice-postulatore della causa di beatificazione di Toniolo, raccoglie la voluminosa documentazione, poi esaminata dal tribunale ecclesiastico diocesano, che riconosce la straordinarietà della guarigione. La Congregazione per le cause dei santi approfondisce l’episodio, mentre un giudizio positivo arriva da una commissione di cinque medici e dalla commissione teologica. Infine la plenaria dei vescovi e dei cardinali presenta tutto l’iter a Benedetto XVI, che afferma: «È un miracolo per l’intercessione del venerabile e presto beato Giuseppe Toniolo». «Prima di questa proclamazione – scrive il vice-postulatore su “La nostra Pieve”, notiziario parrocchiale del Duomo di Pieve di Soligo – abbiamo trascorso tanti momenti insieme nella preghiera al Toniolo, specialmente ogni 7 del mese che ne ricorda la nascita (7 marzo) e la morte (7 ottobre)».