di Andrea Bernardini – “Toscana Oggi” 7 marzo 2012
Il venerabile Giuseppe Toniolo nacque a Treviso il 7 marzo 1845. La sua casa natale non c’è più, distrutta dai bombardamenti. Sulle sue ceneri fu costruito un altro stabile tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Il «nuovo» palazzotto, dal color giallo, strutturato su quattro piani, sorge sul lato sinistro di piazza Sant’Andrea – è quello il punto più alto di Treviso – a due passi dalla fontana dello Zodiaco.
Sulla facciata del palazzo, al primo piano, campeggia una lapide con la scritta: «Perché nei secoli rimanga segnalata e sacra la memoria del Prof. Giuseppe Toniolo alla amorosa riconoscenza degli operai di tutto il mondo dalle parole e dall’esempio del venerato sublime credente illuminati e sospinti ad unirsi a Cristo!».
Il nostro «viaggio» virtuale intorno ai primi anni della vita del Toniolo inizia qui. Lo facciamo in compagnia di Pietro Furlan, maestro, originario di Pieve di Soligo, fratello del compianto Pierluigi, docente di lettere moderne e parroco di Mezzana per quasi quarant’anni. Pietro Furlan, classe 1929, conosce bene il venerabile. Suo il libretto: «Il Servo di Dio Giuseppe Toniolo. Un santo laico per il terzo Millennio».
Cosa sappiamo della famiglia del venerabile Giuseppe Toniolo?
«Giuseppe era figlio di Antonio Toniolo, nativo di Schio (Vicenza) e di Isabella Alessandri di Massanzago (Padova). Il padre esercitava la professione di ingegnere ed era funzionario del Genio civile. La madre era casalinga.
I genitori erano di sani e retti principi e trasmisero a Giuseppe genuini valori umani, morali e religiosi».
Per la professione del padre, la famiglia doveva spostarsi spesso di città in città…
«È per questo motivo che, per non compromettere l’educazione di Giuseppe, i genitori pensarono di affidarlo al collegio “Santa Caterina”, ora Foscarini, a Venezia. Qui affinò il suo carattere e arricchì la sua mente sotto la guida saggia del rettore monsignor Dalla Vecchia.
Poi Giuseppe seguì la sua famiglia a Padova, dove si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza del locale ateneo. Vi uscirà nel 1867, dunque a soli ventidue anni, con in tasca una laurea in diritto civile e canonico dopo aver discusso la tesi su “l’elemento etico quale fattore intrinseco dell’economia”.
Purtroppo il padre morì prematuramente. E Giuseppe Toniolo, quale figlio maggiore, per provvedere al mantenimento della sua famiglia – con la madre, anche due fratelli ed una sorella che morì ad appena tredici anni – fu costretto per un po’ di tempo ad esercitare la professione di avvocato per aiutare la sua famiglia ritrovatasi in ristrettezze economiche. Ma il suo animo ed il suo intelletto erano per gli studi sociali ed economici. Fu così che egli riprese e completò nell’ateneo patavino gli studi in scienze economiche e politiche; ed in queste si laureò brillantemente sostenendo la tesi “l’elemento etico quale fattore intrinseco dell’economia” che suscitò l’ammirazione e rafforzò la stima dei suoi professori: Angelo Messedaglia, Fedele Lampertico e Luigi Luzzati. Con quest’ultimo, divenuto poi presidente del consiglio dei ministri, Toniolo conserverà una affettuosa amicizia durante tutta la vita».
L’inizio di una brillante carriera professionale…
«A soli 26 anni, dunque nel 1873, Giuseppe conseguì la libera docenza in Economia politica. Un anno dopo andò ad insegnare all’istituto tecnico di Venezia e, dopo aver fatto il supplente di Messedaglia nell’università di Padova, fu chiamato come professore straordinario nell’università di Modena e Reggio Emilia (1878), per approdare definitivamente come ordinario all’università di Pisa, dove tenne la cattedra di Economia politica dal 1883 fino alla morte, nel 1918».
Qual’era il clima culturale che si respirava in quegli anni?
«Toniolo è considerato il creatore della sociologia cristiana che, per suo geniale intuito e per fervido impulso, doveva conciliare i fermenti nuovi con gli indistruttibili insegnamenti della verità, della giustizia e della carità contenuti nel Vangelo e con le conseguenti direttive della Chiesa. Tutto ciò in un momento in cui Moleschott insegnava materialismo all’università di Torino, il Lombroso applicava il materialismo alle scienze penali e il Labriola alle scienze economiche, Anguilli e Siciliani insegnavano positivismo all’università di Bologna».
Parliamo dell’amicizia con gli Schiratti…
«Durante gli studi all’università di Padova, Giuseppe aveva stretto amicizia con Gaetano e Renato Schiratti di Pieve di Soligo (Treviso). Tra i due fratelli Gaetano è forse il più conosciuto: fu sindaco di Pieve di Soligo dal 1885 al 1890, consigliere provinciale dal 1890 al 1895 e nel 1895 deputato al parlamento per il mandamento di Conegliano Veneto. Con i fratelli Schiratti Giuseppe Toniolo scambierà sovente l’ospitalità nelle vacanze estive e stabilirà vincoli di familiarità, che lo porteranno alla conoscenza della compagna della sua vita, Maria Schiratti, e alla scelta del suo soggiorno preferito: la ridente Pieve di Soligo, dove Giuseppe e Maria si sposeranno il 4 settembre del 1878, essendo arciprete di Pieve monsignor Sebastiano De Zorzi. Un aneddoto curioso: fu proprio monsignor Sebastiano Zorzi, richiesto dal Toniolo, ad interporre i suoi buoni uffici perché Giuseppe Toniolo potesse frequentare casa Schiratti.
Quanto sono diversi i nostri tempi da quelli in cui è vissuto il nostro venerabile, prossimo beato!».